6 Novembre 2019, Milano - Processi innovativi digitali per i Ponti e le Infrastrutture

buildingSMART Italia sarà presente al seminario organizzato da L'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano tramite il contributo di alcuni soci.

Mercoledì 6 novembre 2019, ore 14.00-18.30

Descrizione e obiettivi evento:

Durante l’evento verrà affrontato il tema dell’innovazione tecnologica e del BIM, applicati a casi reali, verranno infatti presentate alcune testimonianze di progetti infrastrutturali realizzati anche attraverso l’uso di questa innovativa metodologia di lavoro.
L’evento prevede inoltre la presentazione da parte di AICAP di due nuovi Quaderni Tecnici
dedicati alla progettazione di ponti con sistemi innovativi.
Obiettivi della giornata sono fornire agli ingegneri una panoramica qualitativa di qual è lo
stato dell’arte dell’uso del BIM nelle opere infrastrutturali e segnalare alcune recenti
applicazioni all’avanguardia e fortemente innovative per il progetto di ponti.

Programma:

14.00 Registrazione
14.30 Prospettive del BIM per Infrastrutture | Ing. Paolo Segala, CSPFea
14.50 Lo sviluppo di IFC Rail nell’ambito di buildingSMART International | Dott. Lorenzo
Nissim, Rappresentante iBIMI BuildingSMART International
15.10 Modellazione BIM applicata all’analisi di vulnerabilità sismica di viadotti | Ing. Carlo
Beltrami, LOMBARDI
15.30 Analisi numeriche per lo studio dell’Interazione Terreno-Struttura | Ing. Fabio Tradigo, ARUP
15.50 Le innovazioni nel calcolo strutturale per il 2019 | Ing. Luigi Griggio, CSPFea
16.10 Break buildingSMART Italia, buildingSMART International, BIM, IBIMI, Ponti, infrastrutture, proc
16.30 Infra-BIM: il modello digitale delle infrastrutture (ponti e gallerie) per il CIM, Civil
Information Management | Ing. Andrea Basso, Università di Padova.

16.50 Analisi numeriche per lo studio della risposta sismica locale | Ing. Andrea Francesco
Rotunno, ITALFERR
17.10 Il BIM applicato all’Interazione Terreno Struttura | Ing. Stefano Scapin, CSPFea
17.30 Analisi numeriche per lo studio di argini sul fiume Po’ | Prof. Riccardo Castellanza,
Università Milano-Bicocca
17.50 I nuovi quaderni tecnici AICAP: ponti integrali e precompressione esterna | Ing. Achille
Devitofranceschi, ANAS SpA
18.10 Conclusioni
18.30 Termine Giornata

Responsabile Scientifico
Ing. Salvatore Crapanzano - Commissione Infrastrutture e Trasporti Ordine Ingegneri
Milano

Rilasciati Crediti Formativi Professionali

Sede: Fondazione Ordine Ingegneri
Ingresso Sale: viale Andrea Doria 9 (MM2 Caiazzo), 20124 – Milano L’accesso alle sale
sarà possibile a partire dal momento della registrazione.

Per iscriversi e vedere la versione più aggiornata del programma: LINK


Summit buildingSMART International 2019, Pechino

Come noto, il BIM è diventato obbligatorio con il DM 560/2017, per le commesse pubbliche al di sopra dei 100 milioni di euro, a partire dal gennaio 2019, e tale massimale si abbasserà di anno in anno fino a comprendere qualsiasi importo entro il 2025. Come spesso accade, l’obbligatorietà fa perdere di vista le opportunità che l’introduzione del BIM comporta, per cui si ritiene opportuno riportare i vantaggi per tutti i target della filiera edile così come espressi da Richard Petrie, durante il Summit di buildingSMART International di Pechino.

Open Standard: Chi ne usuifruisce?

Richard Petrie presenta i vantaggi dei differenti stakeholder

Proprietari, pubblica amministrazione, e investitori

  • Controllo indipendente delle proprietà immobiliari, flessibilità e uso strategico dei dati
  • Migliore capacità decisionale per tutta la vita della proprietà
  • Base per la creazione del digital twin cioè immagine virtuale dell’edificio reale
  • Trasparenza nelle gare
  • Miglioramento del controllo della qualità e dei costi
  • Risparmiare risorse finanziarie
  • Evitare la perdita o l’inaccessibilità delle informazioni

 

Architetti, Ingegneri e costruttori

  • Controllo indipendente dei dati di progetto
  • Capacità di scambiare dati multidisciplinari e specialistici
  • Continuità dei dati attraverso fasi e progetti diversi
  • Miglioramento dei requisiti dei clienti
  • Prodotti BIM standardizzati
  • Accesso in tempo reale ai dati di prodotto, ai progetti e all’approvvigionamento

Richard Petrie, nel presentare i vantaggi per gli ingegneri e architetti ha riportato una frase del nostro socio Ernesto Minnucci che lo scorso anno ha vinto il premio come miglior progetto nell’ambito di operational & management: “Noi siamo in grado di progettare e creare il modello virtuale di un edificio utilizzando le più moderne tecnologie per l’openBIM fornendo immense capacità di gestire a manutenere un edificio durante tutto il suo ciclo di vita. Questo è stato possibile utilizzando flussi di dati aperti e digitali di buildingSMART.

 

Produttori e installatori

  • Anticipare le decisioni riguardanti le specifiche di installazioni
  • Nuovi canali di vendita
  • Accesso ai mercati internazionali
  • Controllo sui dati
  • Assicurazione dei dati
  • Più facile rispondenza a norme e regole di conformità

 

Facility manager e operatori

  • Miglior supporto alle decisioni
  • Ottimizzare la scelta “realizzare o comprare”
  • Aumentare l’affidabilità utilizzando fonti informative diverse
  • Tracciabilità dei competenti
  • Basi per il digital twin e l’IoT dei propri asset

 

Venditori di software

  • Migliore comprensione dei bisogni degli utilizzatori
  • Sviluppare nuovi canali di vendita
  • Valorizzare la credibilità dell’azienda
  • Avere accesso ai mercati internazionali
  • Massimizzare il mercato per i produttori di software

 

Educatori e studenti

  • Migliori opportunità di pubblicazione e di riconoscimento
  • Sviluppo di nuove soluzioni tecniche più avanzate
  • Lavorare a livello internazionale con una comunità più ampia
  • Costruire una credibilità per le proprie attività e lavoro
  • Credibilità e qualità

 

 

Venite ad incontrarci al DIGITAL&BIM ITALIA – 21-22 Novembre 2019, Bologna Fiere!


Building Information Modeling (BIM): cos’è, stato di adozione in Italia e nel mondo

Articolo di Danilo Camerini

Pubblicato su Agenda Digitale: https://www.agendadigitale.eu/infrastrutture/building-information-modeling-bim-cose-stato-di-adozione-in-italia-e-nel-mondo/

 

Il Building Information Modeling (BIM) è l’approccio leader per digitalizzare e standardizzare le rappresentazioni a base numerica di tutti i tipi di asset (costruiti e da costruire) al fine di accelerare e ottimizzare i processi lungo l’intero ciclo di vita di una opera civile o di un’infrastruttura.

Grazie alla sua adozione, ciascuna delle discipline coinvolte nella progettazione, costruzione, gestione e manutenzione di un ambiente costruito è messa in grado di scambiare le proprie conoscenze ed informazioni in modo digitale fruibile da sistemi diversi, grazie soprattutto alla adozione di formati interoperabili (OpenBIM).

La metodologia digitale rappresenta il nuovo modo di gestire il progetto edile e infrastrutturale, tale da consentire l’ottenimento di enormi vantaggi in termini di controllo:

  • dei processi progettuali e costruttivi
  • dell’ottimizzazione dei tempi e dei costi
  • della gestione del cantiere
  • delle informazioni e dati per la manutenzione del costruito lungo tutto l’arco del proprio ciclo di vita.

Il suo impatto nel comparto è ritenuto un cambiamento culturale così profondo che Scott Chatterton, ex responsabile dell’integrazione BIM internazionale di HDR e leader nella progettazione digitale per la pianificazione e la qualità BIM, sostiene che “i pacchetti di disegno alla fine scompariranno” e che “la consegna tradizionale della carta contrattuale non contiene neanche un decimo dei dati contenuti nel modello di informazioni sull’edilizia. ”

Indice degli argomenti

 

Cosa rappresenta BuildingSMART

Il mondo BIM a livello planetario è alla continua ricerca della definizione di modelli regolari a cui riferirsi: solo in questo modo l’interoperabilità può essere una realtà applicabile al fine di creare realmente un mercato globale.

Per tale ragione BuildingSMART International, organismo impegnato nella trasformazione digitale del settore degli asset costruiti, opera per fornire miglioramenti attraverso la creazione e l’adozione di standard e soluzioni aperti e internazionali per infrastrutture e edifici. L’omonima community no profit, aperta, neutrale e internazionale che lo compone lavora per trasformare la progettazione, la costruzione, il funzionamento e la manutenzione delle risorse costruite favorendo la partecipazione ai tavoli di definizione degli standard a livello internazionale, complesso di attività che consente sia il controllo dell’andamento delle definizioni sia la possibilità di affermare e difendere particolarità nazionali che altrimenti sarebbero perdute a favore di interessi di altri Paesi.

BuildingSMART Italia è il Capitolo italiano dell’organizzazione che partecipa alle “room” internazionali vale a dire a quei gruppi aperti di specialisti provenienti da varie nazioni che collaborano insieme per migliorare l’ambiente costruito attraverso lo sviluppo di soluzioni e standard aperti per l’applicazione transfrontaliera del BIM.

BIM, lo stato dell’arte in Italia

Un’aggiornata indagine di mercato di recentissima pubblicazione (luglio 2019) svolta da AssoBim, a cui ha partecipato un panel di oltre 600 operatori (studi di progettazione, società di engineering, imprese di costruzioni e manutenzioni, committenza pubblica e privata e produttori di materiali e componenti), fornisce un quadro a tinte confortanti circa la diffusione del BIM in Italia. Il rapporto evidenzia i punti di forza e le prospettive di sviluppo di questa metodologia, contribuendo a sensibilizzare istituzioni e player del mondo delle costruzioni. Non a caso è italiana l’ACCA software, una delle software house leader del settore, che vanta nel proprio portfolio il maggior numero di programmi compatibili open BIM al mondo.

L’indagine è stata svolta su un campione che rispecchia fedelmente la scala delle realtà professionali italiane. Le risposte dei partecipanti, costituiti nel 62% da studi di progettazione, con una media di collaboratori al di sotto delle dieci unità nel 76% dei casi e un fatturato al di sotto del milione di euro nel 75% dei casi, dipingono un quadro promettente: oltre la metà del campione conosce e utilizza la metodologia BIM, mentre un ulteriore 40% circa la conosce ma non la utilizza o ne fa un uso parziale e solo un numero marginale di operatori (al di sotto del 10%) non ne è a conoscenza.

Secondo il campione intervistato alla domanda circa l’anno di introduzione del BIM in azienda è emerso che dal 2012 è possibile rilevare una costante crescita che ha avuto il suo picco nel 2018 quando il 17% del campione ha introdotto stabilmente in azienda la metodologia digitale. Ad integrare tali dati, fra quanti ancora non utilizzano il BIM, circa l’11% prevede di introdurlo in azienda nell’arco di un anno e quasi il 20% nell’arco dei prossimi tre anni.

Le risposte a due ulteriori domande contribuiscono a definire meglio i contorni di questa tendenza: quasi la metà del campione ha dichiarato di avere adottato il BIM nei propri progetti estesamente (22,94%) o parzialmente (24,21%), ma quasi il 60% degli intervistati lo ha utilizzato in meno del 25% dei lavori, mentre circa il 14% lo ha applicato a tutti i progetti realizzati.

Il 70% del campione è molto o abbastanza convinto che l’adozione del BIM sia in grado di contribuire fortemente (fino a un terzo in meno) alla riduzione del costo iniziale di costruzione e dei costi relativi all’intero ciclo di vita dell’edificio, nonché alla riduzione (fino al 50% in meno) del tempo complessivo di realizzazione dell’opera, dall’avvio al completamento dei lavori. Dati, questi, corroborati anche dalle risposte a una domanda dedicata all’impatto del BIM in termini di riduzione dei tempi/costi e di competitività in genere nell’ambito dei progetti realizzati dai partecipanti all’indagine: oltre il 55% del campione ha giudicato molto o abbastanza vantaggiosa l’adozione del BIM, un ulteriore 17% circa ha quantificato tali vantaggi come sufficienti, mentre solo il 10% li ha ritenuti inadeguati. Maggiori riserve, invece, sono state manifestate circa il contributo fornito dall’adozione del BIM alla riduzione dell’impatto ambientale delle attività edilizie e agli sbilanci commerciali tra importazioni ed esportazioni di componenti e materiali da costruzione, aspetti su cui due terzi del campione ha espresso le proprie perplessità.

Tenendo conto della bassa velocità di adeguamento al digitale dell’Italia, anche a causa di un’infrastruttura di telecomunicazioni insufficiente alla curva di domanda della richiesta e la resistenza al cambiamento di un comparto quotato tra gli ultimi posti in graduatoria per predisposizione al digitale, il risultato è assai promettente.

Una ulteriore spinta all’adozione è attesa dalla recente variazione del quadro normativo del comparto, che prevede dal 1/1/2019 l’obbligo all’utilizzo del BIM per le opere pubbliche di importo pari o superiore a 100 milioni di euro in attuazione di quanto previsto dal DM 560 del 1 Dicembre 2017 secondo la seguente sequenza temporale:

keyboard_arrow_right
keyboard_arrow_left
2019 2020 2021 2022 2023 2025
Per opere Da 100 M€ Oltre 50 M€ Oltre 15 M€ Oltre 5,2 M€ Oltre 1 M€ Tutte

Il provvedimento disciplina anche gli adempimenti preliminari delle stazioni appaltanti che devono aver già adottato:

  • un piano di formazione del personale
  • un piano di acquisizione o di manutenzione di hardware e software di gestione dei processi decisionali e informativi
  • un atto organizzativo che espliciti il processo di controllo e gestione, i gestori dei dati e la gestione dei conflitti.

È previsto inoltre l’utilizzo, da parte delle stazioni appaltanti, di piattaforme interoperabili basate su formati aperti non proprietari ed è definito l’utilizzo dei dati e delle informazioni prodotte e condivise tra tutti i partecipanti al progetto, alla costruzione e alla gestione dell’intervento.

Il BIM nel mondo

USA

Mentre l’effettiva implementazione del BIM ed il suo utilizzo avvenivano negli anni ’90 in tutto il mondo, gli Stati Uniti iniziarono ad usarlo sin dagli anni ’70. Ma essere “pionieri” non sempre paga. Il tasso di adozione nel Paese infatti è andato gradualmente rallentando ad una velocità tale che i Paesi più lenti nell’attuazione hanno preso lezioni dagli Stati Uniti, eludendo alcuni dei problemi incontrati nel percorso.

Fino ad oggi non vi è alcun mandato da parte del Governo Centrale per utilizzare il BIM: ciò non significa che il Paese non stia prendendo sul serio la tecnologia. Al contrario molti dipartimenti governativi hanno creato un proprio criterio di adozione e lo hanno pubblicato in forum come l’Istituto Nazionale delle Scienze dell’Edilizia (National Institute of Building Sciences) ma, sfortunatamente, questi sono nati in modo indipendente e senza relazioni tra loro, fattore che ha contribuito negativamente nell’adozione generale (mancanza di interoperabilità).

A partire dal 2003 l’Amministrazione Generale dei Servizi degli Stati Uniti (GSA) ha formulato il programma nazionale 3D-4D-BIM, stabilendo una politica che ne richiede l’adozione per tutti i progetti di servizio di edifici pubblici. Il Wisconsin, ad esempio, è diventato il primo stato a stelle e strisce a richiedere il BIM su progetti finanziati con fondi pubblici per un budget di oltre 5 milioni di dollari.

Lentamente, ma gradualmente, gli Stati Uniti stanno ora procedendo nella giusta direzione nell’attuazione del BIM, considerato dall’industria di ingegneria e costruzione (AEC) locale uno strumento importante nell’architettura del Paese. L’aumento del finanziamento privato dei progetti di costruzione e l’obiettivo del governo degli Stati Uniti di sostenere gli investimenti nelle infrastrutture, rappresentano un’ulteriore spinta propulsiva. Il Governo statunitense infatti ha recentemente pubblicato un piano che prevede investimenti federali per 200 miliardi di dollari nel prossimo decennio, volto a stimolare ulteriori 1,3 trilioni di dollari in spese da città, stati e società private per i principali progetti infrastrutturali: con una spesa globale che raggiunge oltre 1,1 miliardi di dollari nel 2017, gli Stati Uniti rappresentano oggi uno dei più grandi mercati di costruzione di tutto il mondo.

Singapore

Nel Paese asiatico, il BIM è identificato come una tecnologia chiave abilitante il percorso verso le smart cities. La Building and Construction Authority (BCA) e la costruzione di SMART di Singapore hanno promosso l’uso del BIM nel settore delle costruzioni elaborando già nel 2010, una tabella di marcia di adozione con l’obiettivo ambizioso che entro il 2015, almeno l’80% del settore delle costruzioni impiegasse il BIM. Per giungere all’obiettivo prefissato il governo ha reso obbligatoria la trasmissione elettronica dei piani di architettura o ingegneria esclusivamente nel formato digitale per ottenere l’approvazione normativa e più recentemente ha avviato due differenti roadmap con l’intento di massimalizzare l’uso del BIM:

  • la prima si è concentrata sull’aumento della produttività
  • la seconda sulla promozione della collaborazione BIM attraverso la progettazione e la costruzione virtuali.

Sotto queste forti spinte, il Paese ha elaborato un apposito programma di formazione, progettato a vari livelli, per creare un apprendimento entusiasmante ed esperienziale in particolar modo nei segmenti del Facility Management e delle Smart City.

Cina

C’è grande entusiasmo in Cina per il BIM, ma il Paese asiatico ha ancora molta strada da fare. Il Paese ha iniziato la sua esperienza nella trattazione di informazioni BIM nel 2001 quando l’allora Ministero delle Costruzioni (oggi Ministero dell’edilizia abitativa e dello sviluppo urbano-rurale – MOHURD), ha proposto i punti base nell’informatizzazione del lavoro nel campo dell’edilizia nel suo dodicesimo piano quinquennale in forma di suggerimento piuttosto che un mandato: a ciò corrispose un ritmo non elevato di adozione nelle fasi iniziali. Successivamente il MOHURD ha consegnato il suo tredicesimo Piano quinquennale che va dal 2016 al 2020 nel quale, entro la fine del 2020, le unità di indagine e progettazione o le imprese di costruzioni edili di classe premium dovranno padroneggiare e realizzare applicazioni integrate in BIM. Nel settore delle infrastrutture ferroviarie invece la metodologia risulta essere assai integrata ed avanzata.

Hong Kong

Hong Kong è un passo avanti nell’adozione del BIM: molti dipartimenti governativi si stanno ora concentrando sugli standard di livello 2 (come nel Regno Unito) e stanno fornendo la formazione per lo stesso.

Giappone

Sebbene l’uso del BIM si sia diffuso negli anni passati, il progresso della sua attuazione formale in Giappone è lento. L’agenzia governativa giapponese per la costruzione e la costruzione(MLIT) ha avviato i primi progetti pilota BIM nel 2010. Ha emesso le linee guida per la metodologia digitale nel marzo 2014 per giungere, nel 2017, ad un unico protocollo BIM nazionale che non ne prevede l’uso obbligatorio. Le linee guida così vengono applicate ai progetti pubblici solo nel caso in cui un appaltatore (architetto o costruttore) implementa il BIM secondo una propria decisione o quando sono necessari studi tecnici basati su proposte.

Dopo diverse pubblicazioni per definire lo stato del BIM nel Paese, il report del novembre 2017 è stato reso disponibile con il titolo “Incoraggiamento della costruzione BIM – una guida di avvio”. Il sommario del documento fornisce esempi concreti su come implementare la metodologia digitale nei progetti di costruzione.

Emirati Arabi Uniti

Nel 2013, il Comune di Dubai ha emanato una circolare (196) che imponeva l’uso del BIM per l’architettura. Successivamente è stato ampliato con circolare (207) nel 2015 per includere opere architettoniche e meccaniche per edifici superiori a 20 piani, edifici, strutture e composti con aree superiori a 200 mila metri quadrati, edifici e strutture speciali come ospedali e università, progetti governativi e progetti di uffici stranieri. Tenendo conto dei numerosi vantaggi offerti l’impiego della metodologia, si sta rapidamente diffondendo nel Paese. Un sondaggio già condotto nell’università di Herriot-Watt nel 2015 su oltre 500 professionisti AEC impegnati in progetti di costruzione nel Paese arabo ha rivelato che l’87% aveva utilizzato il BIM nelle proprie organizzazioni e il 62% aveva utilizzato il BIM per più di un progetto. Il 52% degli intervistati ritiene che il BIM verrà utilizzato comunemente negli Emirati Arabi Uniti in meno di 5 anni.

Questo progresso, tuttavia, non è stato accompagnato da una standardizzazione del processo BIM in tutta l’industria delle costruzioni locale.

Australia

L’iniziativa BIM nella terra dei canguri è fortemente orientata all’infrastruttura, con gli enti di trasporto e infrastrutturali che hanno coniato il termine “ingegneria digitale“. Il livello di adozione del BIM qui è ampio e frammentato allo stesso tempo. Il continente australiano sta esaminando approcci dettagliati al BIM in un modo tecnologicamente esperto. Alcuni clienti del settore privato stanno adottando il BIM come “business as usual” e stanno implementando la tecnologia a ritmi più rapidi. Nel settore pubblico, standard come PAS1192-2 vengono utilizzati come base per l’adozione. Tuttavia, la mancanza di competenze e il lavoro isolati stanno frammentandone l’adozione. In questo, anche i dipartimenti governativi australiani svolgono un ruolo: ogni dipartimento ha il proprio processo e strategia, lavorando separatamente dagli altri e ciò crea confusione nella catena di fornitura, con le aziende che hanno difficoltà a comprendere approcci, processi e requisiti di informazione diversi per ogni dipartimento e stato. La mancanza di una metodologia coerente per misurare il livello di maturità fa si che sia i clienti del settore pubblico che quelli privati guardino al Regno Unito come guida alla soluzione per risolvere la problematica.

Brasile

Seguendo una tabella di marcia dedicata, il Paese carioca adotterà il BIM nel 2021. Il comitato strategico per l’attuazione del BIM (CE-BIM) e un gruppo di supporto tecnico (CAT-BIM) sono stati istituiti in Brasile nel giugno 2017. Il comitato comprende sei gruppi ad hoc che si occupano di regolamentazione e standardizzazione, infrastrutture tecnologiche, piattaforma BIM, acquisti pubblici, formazione delle risorse umane e comunicazione. Benché la metodologia non sia ancora normata a nessun livello, rapporti del settore come “Il valore aziendale del BIM per la costruzione nei maggiori mercati globali“, pubblicato da McGraw Gill Construction nel 2013 e uno studio condotto da un consulente BIM locale, mostrano che l’adozione del BIM è molto avanzato tra i contraenti in Brasile (85% degli intervistati su un totale di 40 appaltatori). Lo stesso rapporto del settore mostra che, al contrario di altri paesi, l’uso del BIM in Brasile si concentra più sul controllo dei costi in fase di costruzione piuttosto che sulla collaborazione con i proprietari.

India

L’industria dell’architettura, dell’ingegneria e della costruzione è la seconda più grande industria del Paese. Per mantenere la posizione, il Paese sta progressivamente concentrandosi sull’uso del BIM. L’India comprende che il BIM può essere una metodologia digitale molto efficace e conveniente, ma la sta ancora implementando a livello di progettazione. Tanto il settore pubblico che quello privato ne sono molto entusiasti. Nel settore pubblico in particolare, il progetto Nagpur Metro Rail è l’esempio migliore di adozione in tecnologia 5D BIM per il completamento del progetto. Oggi, l’intesa sugli standard da adottare è aumentata nel Paese: i clienti e l’industria delle costruzioni sono consapevoli che il BIM può fornire loro tutte le informazioni coinvolte nella costruzione di un edificio. Tuttavia, il Paese deve lavorare sul livello di consapevolezza: la maggior parte degli utenti utilizzatori è limitata alle organizzazioni di progettazione e ingegneria.

Unione Europea

La strada verso l’implementazione del BIM in Europa sta facendo grandi progressi: aziende, accademici, professionisti, istituzioni governative e non, mostrano un grande interesse per la tecnologia.

Ci sono diversi obiettivi, mandati e strategie nazionali in corso di adozione nei Paesi della Comunità per influenzare i professionisti in modo che si spostino verso la digitalizzazione nel settore e ne adottino un linguaggio comune. L’Europa comprende (sulla base degli insegnamenti provenienti da altri Paesi più avanzati nell’adozione) che la collaborazione transfrontaliera e la standardizzazione delle pratiche comuni sono la chiave del successo e che i governi debbono svolgere un ruolo propulsore.

Già dal 2016, è stato istituito il BIM Task Group con l’obiettivo di riunire gli sforzi nazionali in un approccio europeo allineato e comune, in modo da poter sviluppare un settore di costruzioni digitali di classe mondiale. Il compito del gruppo di lavoro è quello di “fornire una rete europea comune volta ad allineare l’uso della modellazione delle informazioni sugli edifici nelle opere pubbliche“. La formazione svolta dal gruppo, ha portato a interessanti sviluppi nell’adozione del BIM nel continente.

Regno Unito

Il Regno Unito persegue la strategia BIM più ambiziosa e radicale al mondo mirando a migliorare l’immagine globale dei designer, degli appaltatori e della manifattura del Paese per tradurne l’adozione in nuovi lavori, opportunità di crescita e maggiore occupazione.

Il Paese è consapevole di disporre di grandi opportunità per capitalizzare il proprio vantaggio (dopo il successo del suo programma interno) assumendo un ruolo di leadership globale nello sfruttamento, nella fornitura di servizi e nello sviluppo di standard in ambito BIM. La spinta governativa ha decisamente accelerato il tasso di adozione introducendo, sin dall’aprile 2016 – in ogni progetto di costruzione finanziato dal governo centrale – un documento BIM 3D pienamente collaborativo. Non a caso con l’entrata in vigore dell’obbligatorietà, si è registrato un considerevole aumento tra gli operatori dei livelli di adozione. Secondo il rapporto nazionale BIM 2018, il 20% del settore ha adottato la metodologia digitale. Quasi tre quarti stanno ora utilizzando il BIM, con un aumento del 12% rispetto all’anno scorso, valore che rappresenta la crescita più elevata su base annua dal 2014. Secondo il citato rapporto, l’80% delle aziende medie (da 16 a 50 dipendenti) e il 78% delle grandi aziende (con più di 50 dipendenti) hanno adottato il BIM. Inoltre due terzi di quelle più piccole (con 15 o meno membri dello staff) si descrivono come se lo avessero adottato, confermando che i vantaggi della metodologia digitale sono disponibili per le aziende di tutte le dimensioni. Le matrici dei dati confermano infine che la diffusione del BIM è una realtà per:

  • l’80% delle aziende che operano attività edili nell’ambito sanitario o educativo
  • l’83% di quelle che operano attività miste e lavori meno complessi
  • Il 67% di quelle aziende che effettuano realizzano costruzioni nuove

Francia

Nel 2014, il governo d’oltralpe ha lanciato un progetto di ricerca e sviluppo nell’area di costruzione denominato “MINnD” volto a sviluppare gli standard BIM per i progetti infrastrutturali. Nello stesso anno, il Governo ha anche deciso di sviluppare 500.000 nuove costruzioni civili utilizzando l’ambiente numerico. Nel 2015, il governo ha stanziato un budget di 20 milioni di euro per digitalizzare l’edilizia: l’iniziativa faceva parte del piano di transizione digitale nell’industria delle costruzioni.

Più recentemente (2017) la Francia ha normato l’uso del BIM rendendo pubblica la roadmap ufficiale di standardizzazione nell’aprile dello stesso anno, quale parte della strategia governativa per la digitalizzazione del settore delle costruzioni: gli obiettivi includono:

  • il miglioramento della qualità dei dati scambiati
  • la gestione delle scadenze
  • la riduzione dei costi complessivi del progetto.

Germania

Tenendo il passo con i tempi che cambiano, nel 2015 il governo tedesco ha annunciato la creazione della piattaforma per la costruzione digitale attraverso un gruppo di lavoro appositamente creato da diverse organizzazioni guidate dall’industria, con il compito di sviluppare una strategia nazionale BIM. La dichiarazione ufficiale del Governo parlava di “standardizzazione delle descrizioni dei processi e dei dispositivi, sviluppo di linee guida per i metodi di pianificazione digitale e fornitura di contratti campione” con l’obiettivo di renderlo obbligatorio per i progetti di infrastrutture pubbliche entro il 2020.

Danimarca

Il risparmio e la qualità del servizio che può offrire l’ambiente numerico sta guidando l’ascesa della sua adozione in Danimarca. Il Governo è stato un attore di primo piano nella richiesta di modelli BIM tanto che la maggior parte dei progetti su larga scala sono gestiti in modalità digitale. I comuni stanno facendo la propria parte trasferendo i loro portafogli sulle piattaforme digitali mentre gli enti semi-governativi stabiliscono gli standard e svolgono un ruolo di primo piano nell’innalzare il livello a soluzioni realizzabili. Vengono promossi nel Paese sistemi di classificazione che definiscono i criteri per far prosperare i progetti interdisciplinari, consentendo alla Danimarca di essere considerata come uno tra i primi Paesi europei all’avanguardia nell’adozione della modellazione digitale.

Paesi Bassi

Il BIM ha visto un’adozione senza precedenti nell’industria edile olandese. Sponsorizzato da grandi clienti pubblici (come l’Agenzia per il Real Estate del Governo Centrale) che ne hanno prescritto l’uso, i Paesi Bassi hanno uno dei più alti tassi di adozione del BIM al mondo. Sono in uso numerosi protocolli (o standard) aperti per processi, formati di dati e / o semantica che supportano la misura in cui i sistemi BIM possono scambiare, interpretare e condividere dati, come:

  • VISI: standard olandese che costituisce la base della comunicazione e dello scambio di informazioni tra le parti dell’edificio;
  • COINS (Constructive Objects and the INtegration of processes and Systems): standard olandese integrato e complementare per lo scambio di informazioni digitali e il supporto per l’ingegneria dei sistemi.

Il Rijkswaterstaat, la direzione generale olandese per i lavori pubblici e la gestione delle risorse idriche, è uno dei maggiori clienti pubblici in Europa e leader nell’implementazione del BIM, responsabile della progettazione, della costruzione, della gestione e della manutenzione delle infrastrutture principali del Paese. Avendo definito il BIM come “Better Information Management“, l’agenzia governativa sta preparando la strada per l’utilizzo degli standard openBIM su tutti i progetti infrastrutturali in Europa.

Spagna

Il BIM non è ancora obbligatorio. Tuttavia, l’industria edile spagnola ha adottato la direttiva UE 2014/24 / UE, secondo la quale gli Stati membri sono invitati a incoraggiare e richiedere l’uso del BIM in progetti di costruzione finanziati da fondi pubblici dell’UE a partire dal 2016.

Comunque nel 2015, il Ministerio de Fomento (Ministero dello Sviluppo) ha creato la “Commissione BIM“, con la missione principale di stabilire una tabella di marcia per l’implementazione della metodologia nel Paese. È stato definito un calendario strategico per l’implementazione che prevede l’uso del BIM obbligatorio nei progetti di costruzione pubblica a partire dal dicembre 2018 e nei progetti di infrastrutture dal luglio 2019.

Austria

L’Austria ha iniziato i primi passi nell’adozione della metodologia con gli standard BIM nel 2015 e negli ultimi anni l’Agenzia per gli Standard Austriaci (ASI) ha sviluppato una serie di norme tecniche per la sua implementazione. L’ultimo prodotto è “A 6241-2”, modello che introduce BIM Level 3. Tuttavia, l’adozione non sta avvenendo al ritmo desiderato: non ci sono molti appaltatori che sono in grado di lavorare con in modalità digitale e non ci sono abbastanza coordinatori BIM disponibili nel Paese.

Norvegia

La Norvegia è stata uno dei primi stati europei ad adottare gli standard o i requisiti BIM del settore pubblico che risultano ad oggi già in vigore nel Paese. Il Paese nordico è stato un partner nello sviluppo degli standard openBIM lavorando in 3D su progetti pubblici per almeno un decennio; ora sta facendo progressi anche sui sistemi (in stile Singapore) per automatizzare le approvazioni degli edifici e i permessi di pianificazione (code checking).

Conclusioni

Dalle esperienze vissute a livello globale nell’adozione del BIM, risulta evidente che un impegno nella definizione degli standard ed un’azione governativa maggiormente incisiva nell’applicazione di tempi reali di adozione da parte della PA delle norme vigenti, una robusta disseminazione della cultura BIM svolta a tutti livelli che faccia chiaramente luce sui vantaggi nel disporre di un ambiente numerico e sulle sue modalità di applicazione (svolta anche da associazioni qualificate di settore come IBIMI - buildingSMART Italia), una chiara normativa relativa alle qualifiche professionali sommata ad una cultura della gestione e conservazione a norma dei modelli digitali, consentirebbe anche all’Italia di ottenere rapidamente una posizione di primo piano nell’adozione del BIM in ambito europeo se non mondiale. Ricordiamo infine che BIM non significa solo progettare ex-novo ma anche, e soprattutto, rilievo dell’esistente: vista la qualità e la consistenza del patrimonio culturale ed artistico disponibile nel Paese, l’Italia potrebbe primeggiare in ambito internazionale, senza tema di rivalità, nell’ambito della conservazione dei beni culturali, dando vita anche a innovative forme di attività museali con un riverbero inimmaginabile nell’ambito turistico.


Quando la competenza fa rete: soci buildingSMART Italia per il cambiamento sostenibile

La concezione del progetto è cominciata con la tesi di laurea proposta dal nostro socio Prof. Sergio Russo Ermolli a due laureande della facoltà di Architettura della Federico II, Lucia Sirica e Ilaria Pezzano. Le laureande hanno modellato la scuola che l’associazione “Maestri di Strada” ha ottenuto di riqualificare per poter ospitare le attività socio-educative-formative che l’associazione porta avanti da anni. Dallo studio realizzato, è emerso che in Italia esistono oltre 40.000 edifici scolastici, dei quali il 65% fabbricati prima del 1975, in assenza di normative sulla costruzione né di criteri specifici in materia di risparmio energetico.

La scuola è parte dell’azione pilota sviluppata nel progetto europeo guarantEE, promosso da ENEA, che prevede l’uso dei “contratti di performance energetica” EPC per riqualificare, a costo zero o quasi, gli edifici pubblici e privati. Con l’EPC, attraverso una ESCo (Energy Service Company), ci si potrà avvalere degli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici con un ritorno sugli investimenti fatti in 10-15 anni.

Grazie all’attività di facilitazione prevista da progetto, si è già avviata la prima indagine sull’edificio. Molteplici i problemi riscontrati dall’iniziativa che ha però testimoniato una vera e propria gara di “solidarietà” dei soci di IBIMI che hanno messo a disposizione gratuitamente o a prezzo di costo le proprie competenze.

IBIMI ha inoltre sostenuto Maestri di Strada nell’organizzazione del workshop per la “progettazione condivisa” che è alla base del BIM.

A luglio Maestri di Strada è riuscito ad ottenere infine le chiavi dell’edificio, ed è stata all’occasione indetta una giornata in cui architetti, ingegneri, esperti di efficienza energetica, esperti di stabilità sismica, esperti di BIM, esperti di incentivi per l’efficientamento energetico e soprattutto educatori e formatori, ovvero gli utenti finali degli edifici, hanno lavorato insieme per definire i requisiti di ognuno e individuare le soluzioni più adeguate per i lavori. Due le regole fondamentali durante i lavori: nessuna barriera culturale o personale e tutti dovevano poter esprimere il proprio punto di vista.

Una volta individuate le attività necessarie è scattata la fase di distribuzione dei lavori. Qui di seguito quanto attuato o in corso di attuazione da parte dei soci di IBIMI:

  • Recupero dei documenti necessari per effettuare i lavori ed avere le successive autorizzazioni – tenendo in considerazione il fatto che i progetti presentati in fase di costruzione non sono più disponibili, in quanto andati distrutti in un incendio.
  • Rilievo dell’esistente con laser scanner da parte di Claudio Tamburri, che ha prodotto la nuvola dei punti.
  • Modello 3D dalla nuvola dei punti, in fase di lavorazione da parte dello studio Minnucci Associati.
  • Rilievo della parte strutturale con strumenti di analisi non distruttiva, da parte di ETS.
  • Prima diagnosi energetica, elaborata da COAF, una ESCo, e da un team dell’ENEA di Portici che sarà poi perfezionata alla ricezione del modello BIM.
  • Piattaforma per il Common Data Environment (CDE) per caricare il modello e collegarlo a tutte le informazioni che via via verranno raccolte è stata resa disponibile da ACCA software.
  • Il CDE sarà popolato dagli “oggetti BIM” da manutenere e BIM Object, si è resa disponibile modellare in parte gli elementi principali, che richiedono manutenzione continua.
  • Prossimo passo sarà poi la realizzazione di un’interfaccia con un sistema domotico che permetterà di gestire l’edifico durante il suo uso assicurando il miglior comfort al minor costo possibile.

L’obiettivo finale è di fornire una solida linea guida che individui la strada per la riqualificazione del patrimonio scolastico esistente che renda gli edifici sicuri e confortevoli per i ragazzi e che rispettino le norme - comprese quelle per la sicurezza, il riciclo dei rifiuti, l’efficienza energetica - ed infine per la “cura delle persone”.

Il miglior insegnamento che si può trasmettere ai futuri cittadini è quello dell’importanza del rispetto delle regole e delle persone, fondamentale per vivere bene tra di noi ed in sintonia con la natura.

Per approfondire: post di Cesare Moreno, Presidente dell’associazione “Maestri di strada”.

www.maestridistrada.it


4-5 Ottobre 2019, Roma - Annual Conference: Condominio in Fiera

4-5 Ottobre 2019
ANGELICUM CENTRO CONGRESSI
Largo Angelicum, 1 – ROMA
Anche quest’anno partecipiamo all’ANNUAL CONFERENCE “CONDOMINIO IN FIERA“!
IBIMI – buldingSMART Italia interverrà per parlare di BIM nel Condominio:
Ing. Giulia Centi (Ricercatrice ENEA), Rag. Guido Di Rosa (Socio IBIMI – buildingSMART Italia), Arch. Alessio Pea (Socio IBIMI – buildingSMART Italia) e Geom. Claudio Tamburri (Socio IBIMI – buildingSMART Italia)

Temi discussi:
• Uso del BIM per migliorare il comfort e ridurre i costi di gestione: Progetto NETUBIEP
• Efficientamento energetico del patrimonio mobiliare
• Facility management in condominio: l’integrazione tra l’app BIMx e i sistemi di gestione di un edificio
• Rilievo tridimensionale dell’esistente: durante la giornata dell’evento di sabato sarà
eseguita una seduta di rilievo morfometrico 3D con laser scanner dell’Aula Magna ed in
conclusione dell’intervento ne saranno mostrati e discussi i risultati del trattamento della
nuvola di punti.
Qui il Programma completo dell’evento

La tripla M del BIM

Esplorando i confini del BIM

Tutti noi potremmo aver letto diverse spiegazioni sull’acronimo BIM: Building Information Modelling / Building Information Model / Building Information Management, ma la maggior parte non fornisce una spiegazione comprensiva del termine che è comunque in continua evoluzione. In questo post di carattere introduttivo cerchiamo almeno in parte di risolvere il problema provando a definire e comprendere i confini dei vari significati del BIM e la relazione che questi hanno tra di loro. Concetti che comunque devono essere collocati e interpretati all’interno del profondo cambiamento che la crescente digitalizzazione sta portando alle industrie manifatturiere (Industria 4.0) in generale e a quella delle costruzioni in particolare: banalmente potremmo dire che la digitalizzazione dell’industria altro non è che il risultato del sempre maggiore utilizzo di sistemi IT (Information Technology = Tecnologie Informative) avanzati nell’industria, in un momento storico e filosofico di aggregazione, condivisione e sensibilità economica ed ambientale.

I significati del BIM 

Nel dare una definizione univoca di BIM, troviamo delle difficoltà dovute al fatto che il significato è stato per molto tempo in continua evoluzione, addirittura prima che questo venisse adottato dall’industria. Oggi il termine sembra essersi in qualche modo rivelato in una “triade”, cioè la stessa sigla racchiude tre concetti concentrici e complementari. Per questo quando si parla di BIM bisogna innanzitutto fare attenzione a cosa con questo acronimo si vuole indicare. Esiste un significato di base comune, cioè i protagonisti sono sempre le Informazioni, in particolare quelle riguardanti il Building, cioè un ambiente costruito (opere civili o infrastrutture). Stabilito il significato della B e della I, la M custodisce i tre livelli: M può essere riferita al Modello, quindi la visualizzazione delle informazioni, cioè qualcosa di digitalmente concreto e consegnabile, M può riferirsi alla Modellazione, quindi l’insieme di tecnologie e processi volti a creare un modello contenente le Informazioni, oppure M può riferirsi a Management, cioè la gestione delle Informazioni durante tutto il ciclo di vita del Building / dell’ambiente costruito di nostro interesse.

Figura 1: I tre significati dell’acronimo BIM

Questi significati del BIM, sembrano essersi in qualche modo stabilizzati, e nel panorama internazionale, alcuni paesi e organizzazioni hanno sviluppato quadri normativi e mappe di processo per definire i Modelli, i processi di Modellazione e il Management delle Informazioni. A distanza di qualche anno, il BIM inteso nel suo senso più ampio sta dando prova delle sue tremende potenzialità, stimolando l’innovazione, riducendo la frammentazione della filiera e migliorando in definitiva efficienza ed efficacia dei progetti in cui è stato implementato.

Storia del termine stesso

E’ importante sottolineare che il termine BIM, anche se inizialmente non perfettamente definito, è concettualmente sempre stato all’interno dei confini delineati dalla triade sopra descritta. Per i ricercatori accademici, BIM, nelle sue diverse accezioni, è un termine abbastanza recente che rappresenta concetti molto più vecchi. L’accademia teorizzò sotto vari nomi e con diversi gradi la collaborazione dei professionisti della progettazione attraverso la creazione di un modello digitale 3D basato su oggetti parametrici, già dalla metà del 1980, mentre il termine BIM di per se è apparso diversi anni dopo, inizialmente adottato dalle industrie sviluppatrici CAD.

Figura 2: Termini dell’accademia per definire i concetti antistanti il BIM 

Per la maggior parte degli Stakeholder dell’industria (disegnatori, ingegneri, clienti, imprese di costruzione, gestori di impianti, governi, ecc…) il BIM risulta nuovo sia come termine che come concetto, ma altro non è che la maturità commerciale delle teorie sviluppate nell’ambito della ricerca accademica.

Le teorie accademiche cadevano sotto i più svariati nomi (Figura 2), ma alla fine l’acronimo BIM ha vinto su tutti i termini in competizione, in particolare questa sigla evidentemente accattivante e d’impatto è stata utilizzata dalle software house per reclamizzare la capacità dei propri applicativi di progettare in 3D. Gli ingenti investimenti in pubblicità tipicamente effettuati dalle software house, hanno quindi portato ad un sempre maggiore uso del termine soprattutto tra i clienti dei software di progettazione, cioè architetti e ingegneri. Ed è così che entra nel gergo il termine BIM, questo inizialmente indica la progettazione 3D (magari parametrica ed a oggetti), ma con il tempo, l’industria, gli accademici e i committenti espandono il significato della sigla con ciò che risponde ai propri bisogni. Fino ad arrivare ad oggi e poter interpretare BIM ad un terzo livello. Questo spiega almeno in parte la difficoltà che spesso hanno i progettisti a modificare ed ampliare il modo in cui intendono il termine BIM, infatti se fino a pochi anni fa BIM voleva dire modello o al massimo modellazione, oggi l’industria chiede le venga dato un significato più ampio, ossia di gestione delle informazioni tra la filiera e lungo tutto il ciclo di vita del costruito.

La nascita e lo sviluppo che il BIM ha avuto negli ultimi anni può far parlare di una vera e propria rivoluzione, infatti in soli 20 anni il BIM passa da essere argomento teorico da discussione negli uffici di ricerca universitaria, per poi diventare prodotto software, e quindi a spandersi nel mercato, fino agli ultimi anni nel quale committenti e governi di molti paesi lo richiedono rendendo possibile l’integrazione e il rinnovamento di un industria tipicamente frammentata e tradizionale come quella delle costruzioni. Questo percorso incredibile è stato stimolato da diversi fattori: in primis hardware sempre più potenti hanno consentito una maggiore capacità di elaborazione dati che di pari passo ha dato spazio a funzionalità sempre più complesse delle applicazioni software; la pesante crisi che ha investito il settore ha dato un forte stimolo al cambiamento, aumentando l’interesse verso nuovi soluzioni e tecnologie; e, dulcis in fundo, è stato creato e sviluppato un formato file aperto che ha permesso l’interoperabilità dei dati anche tra applicativi software di diverse case produttrici.